Sede comunale

Municipio del Comune di Roccaspinalveti

Sede comunale

Descrizione

Storia del Comune
Roccaspinalveti è un comune situato nell’Alto Vastese, a 740 m.s.m.; ha un territorio, prevalentemente montano, che si estende per 32,92 Km. La popolazione è di 1262 abitanti distribuiti in numerose frazioni. Tra queste ricordiamo: Acquaviva, Bisceglie, Chiuse, Fatticce, Fonte Santa Maria, Olmi, Pontone, Quercialtieri, Salconeto, San Cristoforo, Santa Giusta, Serre, Tesoro, Vallocchie della Torre, il Capoluogo, denominato Chiesa Nuova. L’economia ha una buona tradizione nell’ agricoltura e nell’allevamento. Negli ultimi anni si sono impiantate alcune imprese artigianali, attive soprattutto nell’edilizia, nelle confezioni, nella lavorazione dell’alluminio e ferro, nell’ alimentazione. Per migliorare e promuovere le attività produttive, il Comune si è dotato di un’area artigianale attrezzata dove ha trovato sistemazione un buon numero di aziende.


Cenni storici
Alcuni reperti archeologici (due statuette di guerriero risalenti al periodo storico compreso tra il IV e V secolo a.c.) ritrovati nell’area montana di Roccaspinalveti testimoniano la presenza di popolazioni di origine sannitiche.
Tuttavia, con ogni probabilità, il documento più antico che, in modo esplicito, fa riferimento al territorio di Roccaspinalveti è datato intorno al 1050 e, in sostanza, consiste nell’atto di donazione compiuto da un certo Bruno de Albino, di un terreno situato in località Villa Huneto (Albaneto località situata nelle prossimità della contrada Olmi), con lo scopo di edificarvi un monastero dedicato alla Santissima Trinità. Il feudatario benefattore era di origine longobarda, anche se non se ne conosce direttamente la discendenza. Tutto ciò è confermato dall’ influenza esercitata in questa zona dal Ducato Beneventano. Inoltre, l’esistenza di alcuni toponimi, (tutt’ora riscontrabili nel territorio roccolano) come, ad esempio, le contrade Trocco, Aia Bruna, Colle della Fara, Fatticce, testimonia la presenza di popolazioni di origine longobarde.
Sull’origine del toponimo Roccaspinalveti l’Alessio ha scritto che :<<notevole antichit si può dedurre anche dal nome Roccha Spnalveti dove Roccha è una voce del sostrato documentato nelle Glosse. Mentre Spinalveti deriva da un collettivo latino in etum aggiunto al nome di pianta spina alba. Rocca Spinalveti è probabilmente una formazione posteriore di una più tarda latinità e non si riferisce ad un centro abitato bensì a macchie di piante spinose (biancospini) quali si addicono alla configurazione geografica della montagna dove sorgeva la medievale Roccaspinalveti >>.

Intorno all’ XI secolo in tutta la zona esistevano numerosi nuclei abitati denominati Guarentia, Godino, Casali, San Cataldo e San Pietro. In quest’ultima località ad una altitudine di 900 m.s.m. è ancora visibile la pianta dell’omonima cappella; accanto a quest’ultima struttura, grazie all’interessamento della locale Associazione degli Alpini, è stata edificata, recuperando pietre di vecchie abitazioni, una suggestiva chiesetta.
L’Antinori riferisce che nel 1279 Roccaspinalveti era divisa tra diversi feudatari appartenenti alla famiglia napoletana dei Filmanerio (Filomarino).
Superato l’inquieto periodo angioino, il detto territorio passò nelle mani della famiglia dei Sangro che controllava buona parte dei paesi montani ubicati tra i bacini fluviali dell’Alto Trigno e dell’Alto Sangro. Il matrimonio di Maria de Sangro con Marino Caracciolo avvenuto alla fine del quindicesimo secolo segnò il passaggio definitivo del grande feudo nelle mani della famiglia Caracciolo di Santo Bono.
Nel 1507 nella maggior parte dei territori dell’Alto Vastese erano già avvenuti il definitivo abbandono dei vari centri sparsi e l’accentramento in località più arroccate e ben difendibili.
In questo periodo, l’abitato di Roccaspinalveti appariva adagiato su di un alto e roccioso monte chiamato Teste o Trimonte a circa 1150 m.s.m. (era il comune più alto dell’intero Vastese, esposto ai venti freddi del Nord, nelle prossimità delle sorgenti dei fiumi Sinello e Treste).


Documentazione d'archivio e tradizione orale
Il centro medievale, per varie circostanze, tra il 1872 e il 1880 fu del tutto abbandonato e ricostruito, in forma sparsa, più a valle.
Attualmente dell’originario nucleo montano si scorgono i ruderi della chiesa parrocchiale ( dedicata ai santi Vittoria e Nicola) e di un palazzotto gentilizio, mentre il tessuto abitativo è quasi del tutto scomparso.
Intorno all’evento dell’abbandono dell’antico centro abitato gli anziani del paese narrano diverse e affascinanti storie. La più comune e accreditata racconta che:<<in un giorno imprecisato sarebbe avvenuta una frana, che molti in dialetto chiamano “drahunara” che avrebbe distrutto sei delle sette parrocchie con i relativi quartieri. Si tramanda, inoltre, che vari giorni dopo la sciagura, sotto le macerie si sentivano ancora i galli cantare e che gli abitanti di un paese vicino, Fraine, vi andarono a scavare e portarono via le campane del paese>>.

In realtà i fatti andarono diversamente e l’abbandono fu motivato soprattutto dalle cattive condizioni climatiche e da ragioni più prettamente economiche, in quanto la popolazione, prevalentemente agricola, preferì dimorare stabilmente nelle località dove si trovavano i terreni da coltivare.
Infatti, la definitiva separazione dall’antico centro fu sancita amministrativamente da una delibera comunale del 15 agosto del 1880 che decretò la demolizione di buona parte delle abitazioni del centro montano.
Questi avvenimenti, in gran parte, furono all’origine della nuova dislocazione topografica dell’attuale abitato, che risulta frazionato in numerose contrade ancora abitate come l’attuale capoluogo, sede del Municipio, formatosi intorno alla Chiesa dedicata a San Michele Arcangelo (localmente denominata Chiesa nuova).
Infine, la storia contemporanea del paese ricalca le vicende di gran parte delle comunità montane del nostro Abruzzo e più in generale dell’ Italia Meridionale. Già dai primi del Novecento molti abitanti del luogo si diressero verso le Americhe e, in particolare, nell’America Latina (Argentina e Brasile). Fu una emigrazione, spesso di ritorno, durante la quale gli emigranti Roccolani cercarono di racimolare guadagni necessari per acquistare un pezzo di terra o costruire nuove case, una volta tornati in patria; sono le “famose” case “degli americani” .
Nel secondo dopoguerra, l’emigrazione riprese vigore e, oltre alle tradizionali mete d’Oltreoceano, si diresse soprattutto in Svizzera e in Germania, in misura minore verso le grandi città industriali del Nord d’Italia. A partire dalla seconda metà degli anni ’70, si sono intensificati lo spopolamento e l’emigrazione verso le aree industriali della costa, in particolare di Vasto e San Salvo, dove risiedono numerose famiglie che continuano a mantenere intensi rapporti con il mai dimenticato paese d’origine.
Attualmente, il dramma dello spopolamento sembra essersi attenuato grazie anche alla laboriosa attività dei Roccolani che, con gran spirito di iniziativa, hanno avviato attività artigianali operanti nel settore dell’abbigliamento (confezioni e calzature), dei manufatti più tradizionali come ferro, alluminio, legno e dell’alimentazione (produzione di salumi nostrani, latticini, formaggi, allevamento).


Itinerari nella storia e nella natura
La parrocchia della Nuova Roccaspinalveti, dedicata a S. Michele Arcangelo, conserva al suo interno, in cantoria, un pregevole organo barocco in legno intagliato e dorato. All’esterno della Chiesa si può osservare un significativo esempio di campanile a torre mozza. Proseguendo per corso Umberto si raggiunge la strada diretta in montagna e, procedendo per questa strada, si incontra in località Colle della Scarpa (912 m.s.m.) una pineta dotata di un’ area pic-nic. Dopo qualche chilometro, si arriva al sito del vecchio cimitero dal quale, seguendo un tracciato che costeggia in parte il Ritaglio, si accede ai resti dell’antico paese. Da questo punto è possibile osservare un panorama meraviglioso e nelle giornate terse scorgere il mare, le Isole Tremiti, il promontorio del Gargano, la Majella e la Vallata del fiume Pescara. Partendo dall’antico centro urbano si risale fino al Colle delle Croci e successivamente al Colle dell’Albero (1316 m.s.m.).
Partendo dal capoluogo, dopo pochi chilometri, si arriva alla contrada Acquaviva, scendendo per il Colle Moretto si devia sulla sinistra direttamente nel bosco per arrivare all’imboccatura del piccolo e pittoresco lago del Sinello (608 m.sm.).


Tradizioni e arte culinaria
A Roccaspinalveti, così come in buona parte dell’Abruzzo montano, sono ancora vive alcune tradizioni che si esprimono soprattutto in occasione di particolari festività dell’anno.
L’ 11 Luglio si festeggia il santo patrono, San Pio I, con la tradizione processione delle conche. La stessa processione viene ripetuta il 31 Agosto e il 1^ Settembre con i festeggiamenti in onore delle Sante Liberata e Filomena.
Altra ricorrenza degna di nota è il 16 Gennaio, giorno in cui ancora oggi diverse compagnie di cittadini percorrono allegramente le contrade del Paese, cantando davanti ad ogni casa gli stornelli dedicati a Sant’Antonio Abate, protettore degli animali.
La gastronomia locale  risente fortemente delle tradizioni gastronomiche abruzzesi.
In questo contesto ci limitiamo ad elencare i piatti tipici e in qualche modo più diffusi nella cucina tipica roccolana e nei diversi ristoranti presenti nel Paese.
I primi piatti sono soprattutto le “sagn appzza t” o “Taccunell” condite con sugo di agnello,       “tagliaril e fasciu l”, “l’ maccarun ng’ l’ov ”, “l’ lagane l” ( tipo di fettuccine).
I secondi piatti prevalentemente a base di agnello al forno, alla brace oppure lo spezzatino e le rinomate “pallot casc e ov”. Tra i dolci tipici ricordiamo:“ l’scrppel “, “ l’bscutt alla tjell”, “ le ostie ripiene ” , “l’ calginitt” e “l’ pzzoell “(le neole), soprattutto nel periodo natalizio.

Un discorso a parte meritano gli insaccati realizzati con carne di maiale. Oltre agli ottimi prosciutti , alle salsicce conservate nello strutto e ai salamini, il vero prodotto tipico di Roccaspinalveti è rappresentato dalla ventricina, un insaccato tipico realizzato solo con alcune parti selezionate del maiale, rispettando una procedura antica, tramandata di generazione in generazione, che ha fatto della ventricina uno dei più apprezzati per il suo particolare sapore e per la genuinità dei propri ingredienti .

Modalità di accesso

Si accede alla struttura dal portone principale sito in Piazza Roma, 25, 66050 Roccaspinalveti CH.

Come arrivare

Piazza Roma, 25 - 66050 Roccaspinalveti

Mappa

Costi

L’accesso al municipio è gratuito.

Orario per il pubblico

Consultare le schede dei singoli uffici per ricevere informazioni in merito agli orari di apertura.

Galleria

Ultimo aggiornamento: 30-04-2024

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